ANTIAGING E LO STILE DI VITA INTEGRATO

ANTIAGING.Copertina-fronte.web(Recensione di Mario Passeri – Professore Emerito dell’Università di Parma)

La lettura del libro “ANTIAGING E LO STILE DI VITA INTEGRATO” che il  Dr.Spattini è stato così cortese da portarmi, e che ho letto con interesse, mi ha indotto a scrivere queste brevi considerazioni.

Cosa vuol dire anti-aging?  Vuol forse significare che si può impedire l’invecchiamento?

No; Spattini chiarisce nell’introduzione non che non è questo il significato del termine.

Con anti-aging si vuole solo indicare una strada che permetta alla natura dell’uomo di esprimersi e sviluppare nel modo migliore e più completo quel cammino che la Scienza Medica sta da vari anni percorrendo per quanto riguarda la durata fisiologica della vita e la salute dell’uomo..

Negli ultimi decenni la Scienza Medica è riuscita a aumentare notevolmente la durata della vita ,facendo sì che si avvicini alla massima sopravvivenza possibile,secondo il codice genetico dell’uomo; soprattutto è riuscita non solo a guarire una gran serie di malattie che portano a morte, e soprattutto a una morte precoce, ma è riuscita anche a curare le forme morbose che si sviluppano in senescenza e a ridurne le conseguenze,

Più importante ancora è statolo studio della possibilità di prevenire una gran serie di forme morbose che possono avere conseguenze letali o invalidanti.

Ovviamente non si è arrivati a sconfiggere i processi che portano all’invecchiamento: è quest’ultimo un fenomeno inevitabile, geneticamente predisposto per ogni essere vivente, tuttavia non le teorie, ma i fatti hanno dimostrato che si può influenzarlo, dirigerlo, ritardarlo, farlo avvenire nel modo migliore e soprattutto ridurne le conseguenze negative sulla qualità di vita.

E’ ormai evidente che non solo si possono attenuare ,ritardare e attenuare molti dei fenomeni che caratterizzano l’invecchiamento, ma si possono anche controllare, e a volte eliminare o almeno ridurre  gli effetti negativi che proprio la senescenza ha  già prodotto.

Si tratta in altre parole di prevenire, combattere. curare ed anche far almeno in parte regredire quella che è la vera malattia della vecchiaia: la mancanza di autosufficienza fisica e psichica -due aspetti che sono strettamente collegati: una buona efficienza psichica, che in definitiva è la più importante per la buona qualità della vita, dipende da una buona efficienza fisica e viceversa.  Quando si perde l’efficienza psichica viene a mancare la capacità di gestirsi e di essere utili a se e agli altri; quando viene meno l’efficienza fisica, in modo più o meno rapido viene poi a decadere fino a perdersi  anche la capacità di vivere autonomamente e la possibilità di mantenere un rapporto vivace e costruttivo con gli altri e con la società, e quindi la possibilità di avere quegli stimoli che permettono di mantenere attiva e vivace la mente.

Ecco allora  che autosufficienza, efficienza mentale, e fitness diventano una cosa unica ed inscindibile.

Questi concetti sono espressi bene principalmente nei capitoli scritti da Spattini, che è chiaramente non solo l’autore principale, ma il vero animatore del libro.

Pure molto interessanti per completare il discorso sono i concetti riportati nel capitolo firmato da Cau.  Questi due autori uniscono alla loro positiva personale esperienza la passione per l’argomento e la volontà di basarsi su dati scientifici e certi.

Moltissime sono le citazioni e molto vasta la letteratura portata a sostegno delle, idee sopra enunciate. Letteratura che in questi anni va diventando sempre più corposa e  convincente per gli AA.; i quali tuttavia. in qualche caso vedono forse con occhio troppo benevolo i risultatile di esperienze condotte su un numero troppo esiguo e magari troppo selezionato di soggetti.

Tali esperienze dovranno necessariamente essere verificate su popolazioni molto più ampie. Ad ogni modo trovo encomiabile che gli AA. cerchiano di avvalorare le loro tesi (derivate anche dalla loro ampia esperienza) con dati il più possibile scientificamente validi-

Se la esposizione di Spattini risulta particolarmente ampia e convincente, sia quando parla in generale, sia quando rivolge la sua attenzione ad aspetti specifici, quali i problemi relativi al sistema ormonale, mi pare molto utile e incoraggiante il modo con cui Cau tratta il complesso problema della sessualità dell’anziano.

Ho trovato molto opportuno quanto l’A. insista sulla confutazione di tanti pregiudizi e stereotipi e trovo importante il suo guardare in faccia la realtà per quanto riguarda ambedue i sessi. Così pure trovo molto opportuno il soffermarsi sulle possibilità di una (almeno parziale) prevenzione delle perdite, che sono ineluttabili in questo campo, ma non così gravi come spesso si crede e come spesso il paziente, deprimendosi, ritiene non essere in alcun modo rimediabili. La possibilità di mantenere e migliorare la situazione con tecniche opportune per donne e uomini, la possibilità di recupero, la necessità di una azione integrata che si può attuare associando l’aspetto psicologico alle pratiche fisiche del fitness, è ben illustrata

Su queste basi si innestano i contributi degli altri AA,, che nell’insieme costituiscono una sorta di manuale di consultazione, dal quale si possono trarre importanti indicazioni.

Basta porre attenzione a quanto esposto da Valeria Guerra che pone giustamente l’accento sulla  opportunità di opporsi alla tendenza che induce a diminuita accessibilità al mondo dell’amicizia, alla tendenza a ritirasi in se stessi, soggiacendo ad ansia e sospettosità, al rifiuto di accettarsi. E’ importante l’insistere sulla necessità di riscoprire e valorizzare la propria creatività

Così pure interessante è la tesi di Saporoso – che valorizza il sorriso. (e quindi  anche l’igiene orale) e la postura, come espressione necessaria della gioia di essere al mondo. Un discorso che viene ripreso anche Silvia Iorio con il suo capitolo su “bellessere e benessere”, dove si da giustamente valore anche al mantenimento di un aspetto il più possibile curato.

Questo può essere ottenuto ricorrendo anche a particolari pratiche, quali quelle esposte da Gelli (stress, yoga,metodologie antistress) o da Cozzini (metodo qi gong)

Le pratiche che vengono esposte nei capitoli citati per ultimi, come pure in quelli di Montagna, dedicato alle diete adatte per un buon fitness, o di Claudia Bonini sugli integratori (dove si trovano anche opportuni consigli relativi agli antiossidanti ed avvisi sulla necessità di evitare illusioni), presentano motivi di interesse e possono essere di guida per la pratica.

Tuttavia i capitoli ora citati, come pure quelli che riguardano il fitness metabolico  (ANTONIELLA), l’allenamento (NOTARNICOLA), la valutazione della situazione (PEDRAZZINI) possono risultare anche troppo tecnici e fornitori di consigli difficilmente attuabili, se non per qualche parte.

Bisogna a questo proposito tenere sempre presente che questo volume è stato compilato da una serie di validi tecnici, che hanno veramente messo in pratica quello che consigliano. Diciamo pure che a volte l’hanno messo in pratica in modo intensivo e, mi perdonino gli interessati, a volte quasi fanatico. Sono dei veri e propri appassionati.

Non si può quindi ritenere che chiunque possa arrivare al loro livello; chiunque però può trovare nel testo utili guide e consigli.

Guida e consigli che hanno sicuramente importanza nel capitolo che Di Cristino dedica alla postura: un problema troppo spesso trascurato e sottovalutato e che invece ha fondamentale importanza per l’equilibrio, come hanno importanza il mantenimento di una buona mobilità articolare, la resistenza, ecc.

In definitiva, come ho già detto, io vedo questo volume come un libro da consultazione, dove sono esposti moltissimi concetti e metodi che possono essere indicati per combattere le deficienze dell’invecchiamento, prevenirle, curarle.

Un insieme di concetti che sono sicuramente utili a tutti: ai giovani, per una prevenzione; agli anziani per un mantenimento e anche un miglioramento delle loro condizioni.

Il tutto in un insieme integrato psico-fisico di vero fitness.                                                        Sarebbe opportuno che almeno i principali concetti fossero appresi e tenuti presenti dagli studenti in medicina. Si tratta di concetti che avvicinano molto all’uomo. Al contrario  di quanto avviene oggi nell’insegnamento attuale della medicina, che è purtroppo ormai indirizzato principalmente alla tecnica.

Infine voglio sottolineare che questo volume è anche un contributo alla speranza: la speranza di poter arrivare ad una vita non solo più lunga, ma più gradevole e più godibile.