LA MEDITAZIONE – La terza dimensione dello stare bene

(Sonja Ongaro)

Chi ci tiene davvero alla salute nel senso più completo del termine farebbe bene a integrare nella propria vita quotidiana la meditazione. Seguire un’alimentazione sana e fare regolarmente esercizio fisico sono elementi fondamentali di una vita sana ma spesso anche questi vengono vissuti come un’ulteriore costrizione, come un obbligo aggiuntivo ai tanti che la vita moderna ci impone. Meditare significa invece aggiungere una “terza dimensione” al proprio approccio alla salute, entrare in uno stato di “agio emotivo”, uno spazio dove si parla un nuovo linguaggio i cui vocaboli fondamentali sono consapevolezza, serenità, gioia, felicità, calma, fiducia, sicurezza e libertà. La mente razionale diventa così un complice leale, capace di stare al nostro fianco a prescindere dalla situazione reale in cui ci troviamo.

La pratica della meditazione è come una palestra per la mente capace, piano piano, di disabituarci al costante martellamento dei vari doveri, delle troppe paure, delle ansie che ci inseguono e della tensione che di conseguenza si accumula nel nostro organismo. Meditare non cambia la realtà delle cose e non cancella le dinamiche, i problemi e le responsabilità della vita moderna ma rende l’effetto sull’organismo meno pesante e l’interpretazione emotiva più accettabile e positiva.

Una mente capace di ricordarci di vivere con quella leggerezza ogni istante della vita può fare un enorme differenza, soprattutto nei momenti più difficili. Non sono solo teorie orientali prive di fondamento scientifico. Moltissimi studi scientifici hanno dimostrato gli effetti positivi della meditazione su memoria, concentrazione, creatività, ansia, depressione, pressione sanguigna, stabilità della glicemia e dolori di varia origine.

Definire esattamente cos’è la meditazione è un compito arduo perché è una pratica dalle origini antichissime che nasce sia in oriente che in occidente come approccio spirituale e religioso e che solo in tempi molto più recenti diventa pratica del benessere. Gli infiniti approcci alla meditazione rendono poi una sua catalogazione in una tecnica ben precisa quasi impossibile anche in virtù del fatto che la meditazione è più un atteggiamento e uno stato dell’essere piuttosto che un’attività da svolgere.

Gliaspetti pratici come il luogo che si sceglie, la postura, i suoni, i profumi e la durata sono importanti all’inizio del proprio cammino meditativo. In un secondo passo si vive un graduale distacco dai fattori esterni che aiuta a raggiungere il giusto grado di consapevolezza durante la vita quotidiana. In altre parole, passo dopo passo si arriva a vivere la vita con un atteggiamento meditativo, un po’ come se il luogo dove si medita si trasferisse dentro di noi creando uno spazio meditativo interiore “portatile” che ci fornisce sempre le sensazioni e le emozioni più utili e adeguate. Uno spazio di sicurezza, pace e possibilità nel quale sforzo, tensioni, doveri, incertezze e contraddizioni non trovano posto.

Sono l’indipendenza e la libertà interiori lo scopo ultimo della meditazione e per questo occorre prestare attenzione a non viverla, nemmeno nelle fasi iniziali, come un dovere perché c’è il rischio di annullarne qualsiasi effetto benefico e di trasformarla immediatamente in qualcosa di noioso e frustante. Un atteggiamento meditativo significa permettere alla mente di accorgersi del qui e dell’adesso,lasciando scivolare fuori dalla propria visuale emotiva il passato e il futuro, inevitabili fonti di giudizi, preconcetti, dubbi, incertezze.

All’inizio aiuta concentrarsi su qualcosa di specifico come il battito del cuore, i movimenti del respiro, un suono o una parola ripetuta a ritmo lento o un oggetto come una candela o un albero che si muove dolcemente con la forza del vento. Meditare vuol dire osservare e ascoltare senza giudizio il mondo e la vita che in quello specifico istante ci passano davanti, permettendo così alla mente e al corpo di liberarsi dalle pesantezze del passato e dalle ansie del futuro, per riuscire a rigenerarsi e a ripristinare un grado maggiore di lucidità e creatività.

Praticare con la schiena drittaha una particolare importanza perché permette una respirazione e un flusso di energia più libero e dinamico. Ma a parte questo quello che conta di più è sentirsi a proprio agio. Le gambe per esempio non devono necessariamente essere nella posizione del loto, posizione molto scomoda per la maggior parte delle persone. Anche la schiena può essere dritta molto semplicemente da distesi con l’unico rischio che ci si addormenta un po’ troppo facilmente.

Se è nata in voi per lo meno un po’ di curiosità, potete trovare molte informazioni in libri e DVD o frequentare un corso con un buon maestro. Ma potete anche provare l’esercizio descritto qui di seguito che, pur essendo semplice, potrebbe essere un primo passo verso una meravigliosa avventura di libertà. Ma prima di tutto proponete alla vostra mente con un sorriso di smettere di giudicare, di dire che è una cosa banale e noiosa. Lasciate che siano le emozioni e il vostro corpo a decidere e tenete presente che meditare significa passare dalla dimensione del fare a quella dell’essere.

Prendete un materassino, una sedia o un cuscino sul quale stare seduti o distesi comodamente con la schiena dritta  e sistematevi in un luogo accogliente e libero da disturbi esterni. Mettetevi comodi e prendete consapevolezza del vostro corpo e dei pensieri che avete in questo momento. Prendete gentilmente per mano la vostra mente e accompagnatela nell’area dell’addome dove la invitate a osservare i movimenti della pancia che va sù e giù con ogni respiro. Non tentate di controllare i pensieri ma osservateli senza giudizio. Se vi accorgete che subentrano distrazioni e altri pensieri, accompagnate di nuovo con pazienza la mente verso i movimenti dell’addome. Provate a farlo ogni giorno per almeno 5-10 minuti. Provate a fidarvi di voi stessi e ad essere fieri di ciò che fate invece di preoccuparvi di farlo nel modo corretto. Il silenzio interiore e la quiete si instaurano gradualmente e in modo naturale quando siete pronti. Possono passare giorni, settimane o mesi ma in realtà non ha molta importanza se lungo la strada vi permettete fin dall’inizio di percepire piacere, senso di possibilità e gioia di essere vivi con ogni cellula del vostro corpo.